venerdì 16 gennaio 2009
Oggi ho visto arrivare la luce,
era come se il treno le corresse contro,
dopo un tunnel si è aperto il cielo e il sole era li
mal grado le previsioni.
Sarebbe il viaggio ideale
E invece
È il viaggio più triste di questo frangente di vita.
Una piccola valigia pesante.
Ho messo il vestito che volevi tu
Il lutto che
Come hai detto
È mia abitudine portare.
Quanti giorni passeranno
Prima che la tua assenza divenga un ricordo.
Quanta luce mi dovrà spaccare gli occhi
Prima che questi si abituino.
Ieri,
ero solo.
Qualche parola come una carezza
Ma un letto grandissimo
Caldo di distanza.
Mi hai lasciato dormire
E mi è piaciuto immaginarti
Tra mille chiacchiere
e un corpo sano
A rivedere le cose fatte
Quelle giuste e quelle errate
Al fianco di una giovane Teresa
Che ti stringe le ossa delle mani.
Troppo solo,
con i tuoi libri gialli
e la caffettiera da due tazze
una per te, l’altra per il lavello.
Mi arriva il silenzio di casa tua,
la sedia sdraio vuota,
il letto che non ha visto il tuo ultimo sonno
e la luce che irrompe dal bagno.
Decisamente troppo solo,
decisamente troppo solo
decisamente troppo solo
decisamente troppo presto.
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